Le statistiche degli ultimi mesi del 2017 e quella dei primi sei mesi del 2018 delineano un quadro inquietante in merito al crescente numero di accoltellamenti, crimini che spesso vanno rubricati non come aggressioni o rapine ma come omicidi. Appena un anno fa, tre vittime per ferite di arma da taglio senza nessun comune denominatore se non il coltello. Eppure, in due casi su tre l’unico elemento ricorrente che la polizia ha potuto accertare riguardava la tipologia dell’aggressore.

Nessun rimando a Jack lo squartatore nè al profilo di un possibile serial killer, quanto piuttosto la tendenza di teenagers e giovani a calarsi nella parte dell’aggressore.

Crack e cocaina dietro i knife crimes.

E’ questa la prima ipotesi emersa da uno studio del governo britannico che avrebbe individuato nel fenomeno della delinquenza giovanile, delle bande che si contendono le piazze di spaccio tra Londra e le contee circostanti (soprattutto nelle aree rurali e balneari), il motivo principale che sottende all’aumento di tali crimini.

Il primo intervento per spezzare la spirale della criminalità giovanile è la prevenzione, che si attua innazitutto nei confronti dell’anello più debole della catena sociale, cioè i bambini. Soggetti esposti a violenza domestica, abusi, abbandono e -last but no least- bullismo scolastico e cyber bullismo. Si tratta di fare operare i servizi sociali in maniera ancora più incisiva -con ulteriori stanziamenti di fondi a loro favore- affinchè offrano a tali soggetti le giuste alternative alla vita di strada, alla fascinazione del branco.

Sono state istituite anche delle task forces per arginare e controllare il fenomeno; la polizia, infatti, si è fatta carico di una più marcata attività di repressione del crimine attraverso capillari controlli e conseguenti arresti di coloro che girano armati.

A Londra, inoltre, per volontà del sindaco , è stata attivata un’unità di riduzione della violenza sul modello di quanto già avvenuto in Scozia; ma, secondo quanto dichiarato dallo stesso Khan, i risultati si potrebbero vedere solo a lungo termine.

Intanto, l’unica strada da percorrere sembra essere ancora e sempre quella di un maggior dialogo tra generazioni, tra genitori e figli, tra chi dovrebbe esercitare la tutela e chi dovrebbe essere tutelato.