L’ Ospedale delle bambole: a Napoli anche i sogni possono diventare realtà

Esiste un luogo straordinario e favoloso, un posto sospeso tra, desideri, fantasie, simboli magici e onirici,  dove bambini ed adulti possono realizzare i loro sogni  È l’Ospedale delle Bambole e si trova a Napoli, nelle scuderie di Palazzo Marigliano, a via San Biagio dei Librai 39. È la “primaria” Tiziana Grassi, che, insieme ad Alessandra Colonna (con lei da oltre vent’anni), sa prendersi cura di ogni bambola che abbia bisogno di un ritocco o di un restauro completo. Il laboratorio fu aperto a fine Ottocento da Luigi Grassi (bisnonno di Tiziana) al civico 81 della stessa via, un simpatico signore che era solito portare i baffetti arrotolati all’insù e boccolo sulla fronte, al quale una madre disperata chiese di riparare la bambola della sua bambina. Fu così che, quando quella mamma ritornò a riprendere la bambola, assolutamente messa a nuovo ed aggiustata, decise che avrebbe raccontato a sua figlia la storia di un mago, che aveva compiuto una magia sul suo giocattolo.

Fuori da quella bottega, presto ci fu un’esposizione di tante e diverse bambole, tanto che, come racconta Tiziana Grassi, una signora di passaggio esclamò “questo pare un ospedale delle bambole!”. 

E da quel giorno ebbe inizio la meravigliosa e fantastica storia dell’ospedale delle bambole.

Oggi questo spazio è diventato un vero e proprio museo – bottega, dove ogni bimbo può apprezzare le antiche collezioni custodite e diventare protagonista/medico e vivere  l’esperienza di “curare” un giocattolo: riaggiustandone le finiture, o ricucendone i capelli e rassettandone i vestiti. Attualmente ricopre un’area di 180 metri quadrati ed è strutturata come un reparto ospedaliero dove le bambole, in base alle prognosi, vengono “ricoverate” alla sezione di Oculistica, Ortopedia o Meccanica.

“Qui ogni giorno, dietro questi restauri, assistiamo a meravigliose storie che vengono raccontate dal passato ogni volta che qui arriva una bambola! Una in particolare, che ricordo con affetto, è stata quella di un signore che ha portato da noi una bambola antica  da restaurare, appartenuta alla defunta e amata moglie. Durante le operazioni di restauro ci siamo accorti che la bambola conteneva una lettera, che abbiamo restituito chiusa al marito. Quell’uomo poi ci raccontò che quella era una lettera d’amore, indirizzata a lui e scritta dalla moglie quando erano ragazzini, nella fase delle speranze d’amore, e nascosta  poi dentro quella bambola, che era diventata per anni la cassaforte sognante di quell’amore”. Così Tiziana Grassi narra e sottolinea le emozioni forti legate a quell’arte antica e preziosa di cui è erede. Poi continua: “per me il restauro è molto importante: la gratificazione più grande arriva quando riporti ai fasti di un tempo quella bambola e leggi la meraviglia negli occhi di chi te l’ha portata. A un certo punto  si diventa grandi e vedere recuperati i proprio giocattoli in forma originaria  sorprende  con grande passione: ecco, quando leggo quella passione negli occhi delle persone a cui restituisco la bambola, io ne rimango coinvolta e felice”.

Insomma una porta che apre ai sentieri del passato, riconducendo anche i più grandi al mondo dell’infanzia, alla leggerezza e all’allegria di questa età, alla sua spensieratezza e alla fantasia con cui i più piccoli sanno creare spazi sospesi in un tempo mai esistito ma sempre vissuto meravigliosamente.

Appare fiera Tiziana di questa eredità antica e spettacolare, che dura ormai da quattro generazioni, e anche del suo nuovo programma che ha reso l’antica bottega un vero laboratorio di esperienze aperto a grandi e piccini e un Museo visitabile tutto l’anno.