E’ scomparso all’ età di 96 anni il napoletano Enzo Apicella,  “uno dei creatori degli anni ’60”, come lo definì Bevis Hillier.

Enzo Apicella ha rappresentato un connubio particolare tra il talento da disegnatore e una storia che ha superato tempi e luoghi.

In una Napoli invasa dalla Quinta Armata, invece di offrire segnorine, si faceva pagare per fare le caricatura ai soldati americani; fumettista, disegnatori di costumi per il cinema ed il teatro, scrive battute per le compagnie di rivista napoletane e collabora con i De Vico, con Taranto e con Riccardo Pazzaglia.

Partì per Londra negli anni Cinquanta e seppe vivere quel tempo con la leggerezza di un artista scanzonato e intelligente. Vanta collaborazioni con prestigiose testate britanniche come vignettista (The Observer, The Guardian, The Economist), ma sia in Italia che in UK venne, ad un certo punto, censurato per le sue posizioni critiche sulla politica dello stato di Israele.

Ma a Londra era molto conosciuto anche per essere stato un richiestissimo disegnatore di interni nel settore della ristorazione, tanto che finì per diventare comproprietario di alcuni locali molto noti della capitale. Punto di riferimento per molti italiani presenti sul territorio, il suo essere così giovialmente anticonvenzionale lo ha portato a incontrare e a stringere legami di amicizia con Marcello Mastroianni, Pablo Picasso, Brigitte Bardot, Sandro Paternostro, Peter Sellers, Ava Gardner, Carlo Ponti e Sofia Loren. Perchè la rivolta pop e la cultura che da essa è scaturita necessitava di “di mangiare molto più spesso fuori casa”. <Cultura e gastronomia vanno sempre d’accordo>, ebbe a dire durante un’ intervista di circa quattro anni fa.

Un rivoluzionario, un creativo che ha amato le donne e ne ha sposata una sola dopo quasi quaranta anni di convivenza, un uomo che ha vissuto con serenità i cambiamenti politici del suo tempo. li ha letti e compresi. E poi li ha reinterpretati secondo lo spirito di un napoletano a Londra

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