La National Gallery di Londra, diretta dal 2015 dal britannico Gabriele Maria Finaldi, ospiterà fino al 27 gennaio 2019 una mostra sul padovano Andrea Mantegna  e suo cognato, il veneziano Giovanni Bellini.

Il Rinascimento italiano e la sua pittura attraverso due linguaggi simili e al contempo diversi in mostra a Londra, per due artisti che il Fato volle vicini.

Tale, infatti, era il talento di Mantegna, fin da quando venne affiliato dallo Squarcione presso la sua bottega in Padova, dove venne indotto ad esercitarsi innanzitutto con l’arte classica, copiando frammenti di opere provenienti dalla Toscana e da Roma, che da Venezia, Jacopo Bellini (che con la sua bottega si stava aprendo lentamente al mondo rinascimentale) non esitò a dargli in sposa sua figlia Nicolosia. Dal 1453 in avanti, infatti, i rapporti tra questi due mondi si infittirono, al punto che  il cognato Giovanni Bellini potè avvicinarsi alla lezione di Donatello attraverso gli occhi del Mantegna e tanto profondo fu, per alcuni anni, il suo desiderio di emulazione che esso si palesò in molte opere di questo periodo. Basta mettere a confronto le due Presentazione al tempio perchè questo si renda evidente anche agli occhi del visitatore distratto. Al contempo, Mantegna acquisì, dalla frequentazione con i veneziani, una maggiore scioltezza delle forme dei personaggi e un uso più fluido del colore e delle luci. Mai artista di maniera, Bellini, dunque, crebbe attraverso l’esperienza del suo coetaneo Mantegna fino ad allontanarsi gradatamente sia da lui che dall’influenza della bottega paterna.

Due interessanti personalità a confronto, rivali brillanti legati dall’arte e dalla famiglia, la mostra incentrata su Mantegna e Bellini ci offre un imperdibile spaccato della cultura rinascimentale attraverso lo sguardo di due dei suoi più rappresentativi esponenti.

foto copertina: National Gallery