Si legge spesso, navigando su internet “Siamo passati dall’epoca del telefono fisso a quella dello sguardo fisso sul telefono”; in effetti, è un’affermazione veritiera dal momento che siamo sempre più presi dal demone digitale della scrittura da non renderci conto di quello che scriviamo, in che modo lo scriviamo e del perché lo stiamo scrivendo e dell’impatto che tutto questo avrà sul destinatario della nostra comunicazione scritta. Diventa prioritario non solo saper scrivere in modo corretto ma essere in grado di relazionarsi bene attraverso lo scritto. “Saper scrivere per sapersi relazionare in modo efficace sono intrecciati come una competenza a doppia elica”, come si legge in un articolo di Olympos Group. Resta memorabile nonché attuale il pensiero del famoso linguista Noam Chomsky: “L’uomo è un animale sintattico”. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che la scrittura rappresenta uno degli elementi distintivi dell’essere umano rispetto alle altre specie viventi e che se l’uomo è sociale, lo è nella misura in cui è un essere comunicante ed è tale soprattutto per la sua capacità di mettere su pietra, poi su carta ed oggi in digitale il suo linguaggio. Rientra nel nostro bisogno naturale ordinare in forma scritta i pensieri, le idee, i concetti, le sensazioni, le nostre emozioni e i nostri stati d’animo per poterli rendere “definitivi”, impressi visivamente ed emotivamente il più a lungo possibile nella consapevolezza che “verba volant, scripta manent”. Pertanto, sia in ambito privato, sia nei social network, sia in contesti professionali, la comunicazione scritta ha assunto un valore tale da non poter essere più trascurata o sottovalutata.

A tal fine suggeriamo la lettura di “assertività &scrittura”, (ediz. Franco Angeli) Riportiamo l’interessante intervento dell’autore Stefano Greco, psicologo, formatore, consulente di Direzione aziendale e saggista:

«La scrittura come sentimento per dire che le parole ci fanno da ponte grafico con il mondo. All’origine della scrittura, vi erano esigenze contabili e commerciali. Poi è diventata letteratura, legislatura, pubblicità, socialità. La scrittura, a differenza del parlato, diventa “proprietà” di chi legge. Qual è oggi il “sentimento” prevalente associato alla scrittura? E’ il primo stimolo formativo che lancio nel Corso su Comunicazione scritta in azienda (organizzativa e digitale). Risposta a volte imbarazzante se pensiamo alla quantità di email in circolazione, ai copia conoscenza inopportuni, alla messaggistica infernale di qualche gruppo di genitori a scuola, ad alcuni post sui social network, a certi media. Si scrive anche per cancellare.
Si fotografa uno scritto facendo screenshot, così “rimane” meglio.
Il sentimento esplode in una miriade di altri sentimenti. Le parole, se ormai non vengono associate ad una immagine, un video o ad una emoticon, appaiono nude, fredde, solitarie».