“Come ogni situazione estrema, una malattia porta alla luce quanto di meglio e di peggio c’è in ciascun individuo”, Susan Sontag.

Stiamo vivendo un momento storico davvero molto complesso, la crisi legata alla diffusione dell’epidemia da Covid-19 ha creato una situazione confusa che è evoluta rapidamente con un impatto aggressivo sull’economia nazionale e mondiale, sull’ambiente, sul turismo, sulle persone in generale e sulla psiche di ogni singolo individuo. Il sopraggiungere dell’inaspettato coronavirus ha provocato un trauma in molte persone, interrompendo la quotidianità, costringendo all’isolamento e alla convivenza forzata in spazi angusti e ristretti, per tanti ha coinciso con l’esperienza diretta della malattia e del lutto e per qualcun altro, allora, l’impatto combinato di tutti questi fattori può avere un impatto psicologico molto significativo. La conseguenza naturale della quarantena di massa, il cosiddetto lockdown, diventa, dunque, la paura, il timore di infettarsi, o di infettare, la paura per i figli o per i genitori anziani, la paura della crisi economica. insomma la parola chiave in questa confusione di cose confuse è “paura” accompagnata da angoscia, ansia e irrequietezza. Spesso essa è enfatizzata ed amplificata, purtroppo, dalle notizie giornalistiche che hanno accompagnato l’aumento dei casi, delle morti e di un bollettino quotidiano che molto spesso è stato trasferito come un vero e proprio bollettino di guerra. Ciò ha influito profondamente e negativamente sulla vulnerabilità delle persone non solo dal punto di vista fisico ma ci sono persone e lavoratori che possono essere particolarmente vulnerabili sotto il profilo psicologico e che possono richiedere interventi di sostegno personalizzati. Ed è per indagare cause ed effetti di questa crisi psicologica che il 19 aprile scorso è nato l’Osservatorio Covid-19 di Fondazione Soleterre, con l’intento saperne di più sulla salute mentale in pandemia, la depressione, la rabbia e l’ansia, o i sintomi da stress post traumatico, la presenza e la rilevanza dei disturbi che le persone hanno nel loro quotidiano e finalizzare di conseguenza l’intervento di assistenza psicologica sul territorio.
Sin da marzo dell’anno scorso, quando cominciò a diffondersi il virus ed il panico ad esso collegato, Fondazione Soleterre ha intrapreso percorsi di assistenza psicologica continuativa e di qualità tutti coloro che ne hanno bisogno;  esiste, infatti, una Rete Nazionale per il Supporto Psicologico Covid-19 di circa 80 psicologi in 14 regioni italiane che in un anno di lavoro ha offerto gratuitamente assistenza psicologica a oltre 2.800 persone tra pazienti Covid-19, operatori sanitari in ospedale, persone in difficoltà economica, sociale ed emotiva, famiglie e minori. Un primo strumento utile al lavoro dell’Osservatorio Covid-19 di Fondazione Soleterre è un sondaggio rivolto a tutta la popolazione, compilabile in 15 minuti al fine di indagare «il benessere psicologico delle persone per provare a riflettere insieme su come prendersi cura di eventuali fragilità riscontrate» – afferma il presidente di Fondazione Soleterre e Psicologo Clinico Damiano Rizzi. Si tratta di uno strumento molto utile che consente un intervento mutidisciplinare, con il coinvolgimento di più figure, grazie alla collaborazione di partner di progetto importanti come Fondazione Ircss Policlinico San Matteo di Pavia, Dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Università degli studi di Pavia, Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica de La Sapienza Università di Roma, Ordine degli psicologi della Lombardia, Università Cattolica di Milano.

Ed allora non ci resta che dedicare 15 minuti del nostro tempo al questionario e consentire a Fondazione Soleterre un concreto e fattivo supporto psicologico rispetto a quella che oggi rappresenta la cosiddetta “pandemic fatigue”, una fatica mentale dovuta alla mancanza di energie non fisiche ma psichiche che ha l’effetto di immobilizzarci.